Leggiamo insieme Mc 2,21-22
Non possiamo pretendere di essere cristiani
facendo una vita pagana, né voler conservare
principi pagani in un formalismo, in un'esteriore
cristiano. Non possiamo pensare di poter
essere cristiani e conservare le nostre vecchie
abitudini, la nostra vecchia mentalità, i
vecchi modi di pensare, di giudicare gli
uomini gli avvenimenti e le cose; di stimare
come il mondo stima, di misurare con lo stesso
metro.
Perché il punto di vista del mondo
è totalmente
opposto a quello di Cristo; il metro
del
mondo non ha la stessa misurazione
di quello
di Cristo. Non possiamo essere cristiani,
per esempio, e considerare la povertà
come
una grande sventura, la malattia come
una
maledizione, la condizione umile come
un
infausto destino, la contrarietà come
una
iettatura. Non si può essere cristiani
e
considerare la vita come un divertimento,
una gara per arrivare a piazzarsi socialmente,
finanziariamente, politicamente.
Non si può essere cristiani e continuare
a considerare il prossimo come a nostro
servizio,
mezzo di produzione o strumento di
piacere,
come cavia per esperimenti scientifici
e
sociali o come massa di manovra politica.
Non si può essere cristiani e continuare
a considerare il mestiere e la professione
esclusivamente come mezzo di vita e
di guadagno
o come una schiavitù inevitabile.
Tutto ciò non è possibile, non è consigliabile,
perché il Cristianesimo è vino nuovo,
è mosto
in fermento, e se tu vuoi costringerlo
entro
i limiti angusti delle vedute mondane,
diventa
urtante, intollerante, inquietante.
In tal caso esso ti darà fastidio,
ti procurerà
delle noie, ti esporrà alla critica,
alla
"diffamazione". Essere cristiani
non è tanto questione di buon gusto,
di tradizione
familiare, di sentimento o di moda;
ma è
questione di convinzione, è questione
di
concezione di vita totalmente diversa
dalle
altre, originale, unica.
E perciò non puoi unirla, comporla
con altre
forme di vita. Sarebbe una unione forzata,
un matrimonio combinato ma non riuscito.
per il quale si arriverebbe certamente
al
divorzio per incompatibilità di carattere.
Il carattere del mondo infatti è basato sull'egoismo,
quello di Cristo sull'altruismo, il carattere
del mondo è impastato di interesse, di bramosia
di possesso, quello di Cristo è intessuto
di generosità; il carattere del mondo è iniettato
di sensualità, quello di Cristo è soffuso
di purezza; il carattere del mondo è gonfio
di orgoglio, quello di Cristo è nutrito di
umiltà; il carattere del mondo è armato di
violenza, quello di Cristo è corazzato di
pazienza; il carattere del mondo è appesantito
da un modo di pensare e di vivere in maniera
scombinata, il carattere di Cristo è quello
dell'uomo nuovo, integro, giovane, fresco.
Come potranno accordarsi il giovane e il
vecchio?
Come potrà un asmatico tenere il passo
di
un atleta? Convinciamoci: non possiamo
essere
cristiani a metà, almeno nell'intenzione.
E' vero che non possiamo riuscire a
tradurre
subito tutto il Cristianesimo in pratica,
ma almeno in programma possiamo accettarlo
tutto, immediatamente.
C'è troppa grettezza, troppa meschinità,
troppa viltà nei limiti della vita
mondana,
e il Cristianesimo autentico non riesce
a
starci dentro. E come chiudere un'aquila
in gabbia: finirà che l'aquila o spezzerà
le sbarre o morirà. O il Cristianesimo
riuscirà
a disintossicarti del mondo o il mondo
soffocherà
il tuo cristianesimo; insieme non potranno
vivere.
PER LA RIFLESSIONE COMUNITARIA
1) Quali sono le caratteristiche di
una persona
"nuova"?
2) Quali le caratteristiche di una
cellula
nuova? Alla fine dell'incontro preghiamoci
sopra..
MEDITA
LUN Ap 21,1-7; MAR Ez 18,21-32; MER
Ef 4,17-32;
GIO Ef 5,1-20; VEN 2 Cor 5,14-21; SAB
Is
43,14-21 |